Sagra della Madonna del Dosso

Sagra della Madonna del Dosso


Periodo: Novembre
Tipologia: Feste dei sapori, Riti sacri e tradizioni, Sagre e fiere
Comune: Casalmoro


Il 21 novembre, Festa della Madonna del Dosso, ricorrenza che risale almeno a due secoli fa e i cui rituali si tramandano ininterrottamente di generazione in generazione, è la giornata più importante per i cittadini di Casalmoro. La sagra coincide, nel calendario liturgico, con la presentazione di Maria al Tempio. Il tratto caratteristico della festività è la pratica dell’esplosione dei mortaretti: grossi tronchi conici in metallo pesante riempiti di polvere da sparo. I primi botti vengono esplosi il pomeriggio della vigilia (alle 16.30); ulteriori deflagrazioni precedono le celebrazioni della giornata ed evidenziano con forza i momenti salienti della liturgia, con una manifestazione al limite tra sacro e profano.

 

È il Gruppo Mortaristi che si occupa della preparazione, seguendo un processo duro e laborioso: la polvere viene pressata con grosse e pesanti mazze, anche nelle ore notturne, secondo un antico rito ormai radicato nella gente del paese. Sono molte, infatti, le famiglie di Casalmoro che hanno offerto, in epoche diverse, un mortaretto che reca incisi le data e il nome dei donatori. Tale abitudine ha consentito di accumulare una sorta di archivio che documenta l’immutato affetto per la Madonna del Dosso. La presentazione della statua della Vergine al fedele è improntata ad una grande spettacolarità, secondo il criterio che muoveva l’antica produzione degli apparati barocchi. Da molti decenni anche le strade del paese vengono illuminate per accogliere festosamente la ricorrenza della Madonna del Dosso. All’imbocco di via Valle Maria, una luminaria recante il testo Ave Maria apre lo scenario di luci colorate che si susseguono fino al grandioso impatto del Santuario neoclassico che si staglia nel cielo. La sagra di Casalmoro viene ancora definita della Pollastrella, denominazione antica caduta in progressivo disuso, che probabilmente trova spiegazione, oltre che nella leggenda legata alla festa del paese, nel menù tipico del tempo: minestra con i fegatini, pollo o cappone – i migliori, allevati e risparmiati per l’occasione più importante dell’anno – in genere ripieni e abbinati al cotechino con le verze, bussolano o torta sbrisolona.



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